Un cliente mi ha chiesto di supportarlo nella Certificazione Halal dei suoi prodotti (gelati).
In genere siamo abituati a pensare alle Certificazioni, almeno in Europa, o comunque nella maggior parte del mondo occidentale come requisiti tecnici o gestionali che un’azienda vuole realizzare, implementare,
gestire con lo scopo che gli sia riconosciuto uno standard organizzativo e tecnico tramite standard Internazionale di sistema o di prodotto (es ISO 9001, ISO 14001, ISO 45001, ISO 22005) o privati (es.
IFS/BRC, Global GAP).
Senza entrare nello specifico e spiegare la differenza tra norme e certificazioni, l’approvazione delle norme, almeno in Europa avviene secondo il seguente Iter:
- ISO: International Organitation for Standarditation
- CEN: Comiteé Européen de Normalisation
- UNI: contraddistingue tutte le norme italiane
Gli organismi di controllo per l’ottenimento delle certificazioni (sistema/prodotto) è di seguito schematizzata:
- Unione Europea
- Enti di Accreditamento Nazionali (Es. In Italia ACCREDIA) che verifica la conformità degli enti di certificazione a specifico regolamento (ISO 17021-1)
- Enti di Certificazione accreditati sullo schema di certificazione richiesto dal committente, che audita la ditta, in conformità, tra le varie, alla normativa ISO 19011
In realtà esiste tutto un altro mondo, che è altrettanto valido, dove a requisiti tecnici (cogenti di legge come per la sicurezza alimentare/processi produttivi/etichettatura di legge) sono associati dei requisiti religiosi, che di fatto diventano requisiti obbligatori.
La certificazione Halal, non solo è una schema di certificazione (in quanto è una certificazione di prodotto) ….è un modo di vedere la vita..
- Rispecchia/rispetta i canoni religiosi del Mondo Mussulmano
- Inserisce come requisiti quello di definire “politiche per la Certificazione Halal” con richiamo esplicito a insegnamenti del profeta Mohammed
Tra i requisiti
- Vietato l’uso di alcool come ingrediente/contaminazione nel processo/impianto produttivo
- Vietato l’uso di carni/derivati di maiali
Solo in Europa ha un potenziale di 5 Miliardi di euro nel settore alimentare (fonte: sole 24 ore)
Se ci fermiamo qui allora sono cose più o meno risapute.. In realtà c’è tanta roba in più:
- Definisce ciò che è Halal (lecito), Haram (vietato), Mashbuh (dubbio) dal punto di vista mussulmano
- Prevede la realizzazione di un sistema di certificazione reale costituito da
- Scopi e campi di Applicazione
- Definizione di una gerarchia documentale (manuale della Qualità, procedure, istruzioni, indicatori di controllo)
- Qualifica fornitori, Audit I/II parte, non conformità/ritiro/richiami
- Convalida processi produttivi Halal
- Requisiti minimi di Legge: Igiene e Sicurezza Alimentare (Reg CE 178/02, Reg CE 852/04, Reg CE 853/04, Reg Ce 1169/11):
- Spiegazione/Definizione per le carni ammesse e non ammesse per l’alimentazione umana
secondo i dettami mussulmani e le modalità di produzione e controllo - Spiegazione/Definizione di ciò che è Halal (lecito), Haram (vietato), Mashbuh (dubbio da
valutare se Halal o Haram) dal punto di vista mussulmano anche per ciò che riguarda
additivi/coloranti di origine animale e non Pianificazione Audit di Controllo presso azienda
responsabile immissione del mercato o suoi conto terzi
- Spiegazione/Definizione per le carni ammesse e non ammesse per l’alimentazione umana
Nel mio caso attuale, dobbiamo portare a certificare un’azienda che delega al 100% (salvo l’acquisto degli ingredienti) la produzione a conto terzi. Pertanto è stato formulato un apposito capitolato tecnico che
soddisfi appieno le necessità della Certificazione Halal presso il fornitore, con attività di Audit di II parte, valutazione del rischio e piano di controllo concordato (materie prime e prodotto finito).
Pertanto sicuramente, la Certificazione Halal, tenendo conto anche dei flussi migratori in Europa e delle usanze della popolazione di religione mussulmana nel mondo, per chi è interessato all’ Export, può essere un valido veicolo di economia per le aziende.